L'angolo della Poesia

 

 

Nel vecchio sito...questa pagina aveva come tema principale quello dell'Amore..Non volendo totalmente stravolgere la struttura del sito,ho pensato che fosse giusto lasciare lo stesso tema in questa pagina e di variare solamente il titolo...A differenza del sito precedente la pagina non è dedicata ad una persona in particolare...ma a tutte le persone che amano la Poesia  e che danno realmente importanza a questo sentimento meraviglioso con la "A" maiuscola...

Ho scelto per Voi alcune delle più belle poesie del mitico Shakespeare...leggetele con attenzione e ricavatene degli insegnamenti...(PER PRATICITA' VENGONO RIPORTATE IN LINGUA ITALIANA)

 

SONETTO N.3

Contemplati allo specchio,e a quel volto

dì che è già tempo di formarne un altro:

se non rinnovi ora il suo aprile,il mondo

tradisci,neghi gioia a nuove madri.

Qual è sì bella che il suo grembo chiuso

voglia sdegnare di tue nozze al vomere,

o chi è tal folle da impedirsi il frutto

e all'amore di sè farsi tomba?

Lo specchio sei di tua madre,che in te

richiama la sua dolce alta stagione,

e tu,le rughe obliando,dai vetri

rimirerai questi tuoi giorni d'oro:

ma se non vuoi lasciar memoria,muori

senza nozze,e con te morrà il tuo volto.

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Sonetto n.8

Perchè udir musica in malinconia,

tu che sei musica?Gioia ama gioia,

dolcezze il dolce:ma tu sei rapito

da quel che accogli scontento -o ami raccogliere

il tuo patire?Se armonia congiunta d'accorti suoni l'orecchio t'offende

è rimprovero dolce,ché ridurre

le parti tue a un a solo vorresti.

La corda all'altra soave s'ammoglia,

vedi,e in mutua rispondenza vibrano,

come il marito e la madre e il figliolo

che insieme un canto levino dolcissimo.

E muto il canto,ch'è molti e pare uno,

canta:<<Sii solo,e non sarai nessuno>>.

 

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Sonetto n. 10

Vergogna!dì che nessuno tu ami

se così improvvido sei con te stesso,

dì,se vuoi,che da molti sei adorato

ma amore non dai tu ad alcuno,è certo.

Tanto odio assassino ti possiede

che ti cospiri contro senza posa

ruinare tentando il tetto splendido

che restaurar dovresti ad ogni costo.

Cambia pensiero,e cambierò sentenza:

l'odio avrà dunque dimora più dolce

d'amore?Sii generoso qual sembri,

o per te almeno generoso mostrati.

Fà di te un doppio per amore mio,

che in te o in un tuo la beltà sopravviva.

 

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Sonetto n. 18

Ti dirò uguale a un giorno d'estate?

Più temperanza tu hai,più dolcezza:

i molli bocci sferza il vento al maggio

e l'estate ha scadenze troppo brevi.

Talor l'occhio del cielo a dismisura

arde,e si vela il dorato sembiante,

e per sorte o mutevole natura

pur inclina ogni cosa bella e cade.

Ma la tua estate eterna non scolora

e non si priverà di tua bellezza,

non ha vanto su te la morte,l'ombra,

quando al tempo tu cresci in linee eterne.

Finchè l'uomo avrà occhi,avrà respiro,

vive la mia parola,e in lei sei vivo.

 

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Sonetto n.23

Come attore imperfetto sulla scena,

che per paura nella parte intoppa,

o il furioso cui l'impeto in piena

tanto sormonta da fiaccargli il cuore,

io,pauroso d'aver fede,i perfetti

riti d'amore oblio e le parole:

dell'amor mio sembra l'impeto cedere

per la potenza immensa del mio amore.

Oh allora per me parlino i miei libri,

i messaggeri muti del mio petto

che amore implorano e attendono e dicono

più della lingua che più e più espresse.

Quel che amore tracciò in silenzio,accoglilo,

ché udir con gli occhi è finezza d'amore.

 

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Sonetto n.27

 

Stremato vado affrettandomi al letto,

riposo caro al viaggio travaglioso,

ma un altro corso mi comincia in testa,

spossa la mente,or che le membra posano.

I pensieri dalla remota stanza

tendono pellegrini verso te,

le palpebre malchiuse mi spalancano

su quel buio,ove ficca gli occhi il cieco.

Se non che l'anima immagina e vede

e ai ciechi sguardi la tua ombra porge,

quale gioiello in notte orrida pende

e,vecchia e nera,la fa bella e giovane.

Così la mente a notte,il dì le membra

per te,per me,non san trovar quiete.

 

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Sonetto n.44

 

Se pensier fosse la mia carne stanca

l'empia distanza non m'arresterebbe,

saprei arrivare,gli spazi annientando,

dai limiti del mondo fino a te.

Invano allor calpesterei le lande

più remote dal luogo che ti serra:

mari e terre il pensier rapido varca

e,dov'esser vorrebbe,e pensa ed è.

Pensar m'uccide che pensier non sono

per balzarti in un lampo,se mi manchi;

ma d'acqua e terra son fatto,e con doglia

devo aspettare quel che al tempo piace:

e sì tardi elementi non mi danno

che il pegno loro,lacrime pesanti.